Il talento non si può comprare: o ce l’hai o non ce l’hai. A Luca mancano diversi centimetri dei due avambracci, e manca pure un dito della mano destra, ma in compenso la vita è stata molto generosa di talento con lui. Classe 1998, di Martina Franca, Luca Fumarola è nato con una malformazione congenita alla nascita su entrambi gli arti superiori, che non gli ha impedito di coltivare la sua passione per lo sport. Il nuoto, la pallanuoto e poi il tennistavolo, un vero e proprio sportivo tout court.
«Ho fatto tutto quello che non si credeva potessi fare – dice Luca Fumarola – non è stato semplice stare in piscina, figuriamoci una gara di pallanuoto». Le bracciate veloci, le transizioni da una parte all’altra della vasca, in passaggio dall’attacco alla difesa, la pallanuoto è uno sport in cui è richiesto un grande sforzo fisico. Poi, fuori dall’acqua, la passione per il tennistavolo, «è uno sport molto divertente, lo gioco sin da piccolo, e come molte persone all’inizio lo facevo solo per svago, e molto più spesso in estate quando in molti ci si ritrova a giocare all’aperto. Nel 2014 mio cugino si era avvicinato a questo sport e mi spinse a provare a fare sul serio, giocando in una società sportiva».
Diplomato in ragioneria all’istituto Leonardo Da Vinci di Martina Franca, un fisico asciutto e molto atletico, Luca oggi lavora come impiegato amministrativo per il Gruppo Marraffa-Werent. Il pongista di Martina Franca in questi anni ha coltivato la sua passione per il tennistavolo nell’Olimpia Martina arrivando a disputare il campionato di serie B2, e non smettendo mai di continuare a migliorarsi. Guardarlo giocare è uno spettacolo, nonostante il suo deficit fisico sembra volare ai lati del tavolo, sfidando la retina e il suo avversario.
«Gioco con la sinistra, con la destra ho imparato a migliorare la mia battuta. Non è stato semplice, perché all’inizio facevo tutto con una mano, anche il servizio, perché con la mano destra avevo problemi nel gestire la presa e la forza». Alzata di destra e servizio di sinistro, Luca con il tempo ha imparato a farlo e a farlo bene. Ha migliorato la presa della sua mano, ha dovuto lavorare sodo per dosare e controllare la forza. Le sue braccia sono più corte, è vero, ma l’eleganza dei movimenti e l’efficacia dei suoi colpi sono quelle di un campione. Durante l’ultima festa dello sport nella sua città, con i tavoli da ping pong disposti in piazza, attorno a Luca un costante capannello di gente, accorsa per ammirare i suoi colpi da maestro, muovendosi da una parte all’altra del campo, confrontandosi con atleti di livello normodotati senza mostrare alcuna fatica.
A cavallo tra il 2018 e il 2020 un periodo di stop: «avevo bisogno di cambiare aria», dice, fino alla chiamata a giugno scorso da parte del Molfetta, con la proposta della serie A. Nella città barese Luca era già conosciuto per i suoi trascorsi in Valle d’Itria, ma la proposta è arrivata anche per il tramite del presidente dell’Olimpia Martina, Giuseppe Serio. «Sono andato a Molfetta per conoscere meglio il progetto, mi hanno prospettato la serie A e ho subito accettato», anche se in realtà da giugno l’attività sportiva del pongista martinese è ancora ferma, causa covid, come per gran parte dello sport. Ma Luca continua a fare sport sempre, quando può, in ogni occasione, allenando i suoi muscoli anche nella palestra dell’azienda in cui lavora, messa a disposizione dei dipendenti. A Molfetta Luca disputerà il massimo campionato nazionale, nel settore paralimpico, partecipando inoltre alla serie D1 regionale in cui dovrà confrontarsi con i normodotati. Ma per Luca nessuna paura, pronto a vincere questa nuova sfida appena sarà possibile tornare al tavolo.